Carlo De Nitto ha conosciuto la Formula Italia successivamente all’epoca del Campionato Italiano che si svolse dal 1972 al 1979. La sua esperienza è legata alle Gare Club organizzate da Henry Morrogh. Nella foto accanto vediamo Carlo ed Henry
5 domande a Carlo De Nitto Personè
prima della Formula Italia, quale era stata la tua esperienza da appassionato e sportivo nel motorsport?
Ho iniziato, nel’1978, partecipando al corso di pilotaggio di Henry Morrogh, vivendo un mese intero a Campagnano di Roma, tra lezioni, officina, prove di doppia debraiata con la 500 sul circuito di Vallelunga e, solo alla fine, meritatamente debuttando proprio sulle formula Ford e Formula Italia della scuola. L’anno successivo partecipai a 6 delle 9 prove del campionato Club di formula Ford, vinto da Pollini, con, tra i debuttanti Michele Kropf, finendo 3º nella classifica assoluta, primo tra gli allievi della scuola di pilotaggio, guadagnandomi il premio finale proprio per questo. Riuscii ad essere in testa in una gara, ma poi mi si ruppe il cambio (tenuto col fil di ferro) ed anche secondo in un’altra, ma feci un lungo per tentare il sorpasso sul leader, che mi mise fuori gara. Ottenni, come migliori risultati, 2 terzi posti ed un gpv.
quali ambizioni avevi, iniziando l’esperienza in Formula Italia?
Se escludiamo i “sogni”, la mia ambizione era quella di progredire per categoria, trovando gli sponsor che mi consentissero di arrivare in formula 3, dove ero sicuro che, se fossi stato bravo, avrei potuto mettermi in luce.
come descriveresti il contorno, l’ambiente attorno alla Formula Italia, dall’arrivo al circuito fino alla partenza dal weekend di gara?
Riporto i miei ricordi vissuti successivamente in formula Fiat Abarth e posso dire sia stata una emozione grandissima: tutto mi sembrava molto professionale, molto al di là delle mie possibilità. Pur essendo stato notato e contrattualizzato da Roberto Angiolini del Jolly Club, non ne avevo, comprensibilmente, meritato una sponsorizzazione totale e quindi avrei dovuto contribuire con metà del budget attraverso miei sponsor, che non trovai. Avevo una sana invidia nei confronti di Emanuele Pirro, Paolo Barilla, Sigala, Voulaz, che vedevo correre con i miei stessi mezzi, ma sembravano anni luce dalla mia condizione di pilota senza revisione del motore (loro ne avevano due in rotazione) ed un treno di gomme per tutta la stagione.
il tuo più bel ricordo? ed il peggiore?
Non ho ricordi veramente brutti, perché ero consapevole di vivere già quello che avevo desiderato ed ero consapevole di lottare sostanzialmente con armi impari. Ricordo che a Monza, nella sessione di prove che si svolgeva la mattina presto, per seguire il povero Armando Conti, con cui avevo fatto amicizia, feci la seconda di Lesmo praticamente in pieno, con gomme talmente fredde che parti per la tangente sbattendo violentemente alla sinistra in uscita, ma ero contento perché riuscivo a seguire i tempi di Armando. A Magione ero ben messo con i tempi (sempre seguendo Armando in qualificazione) ed in batteria, ma spinnai e persi la finale.
Il ricordo più bello è l’ultima gara a Vallelunga, sotto la pioggia, in cui riuscii a fare una discreta gara, con un bel sorpasso all’esterno (non ricordo nei confronti di chi) che mi valse quasi la qualificazione per la finale.
che giudizio avevi ed hai della monoposto SE025?
La provai durante la scuola di pilotaggio e mi sembrò più difficile della formula ford, che mi permetteva una guida più aggressiva. Poi, dopo l’esperienza in F. F. Abarth, rinunciato ai … sogni, feci una gara di Formula Italia (con il musone), a Magione, in cui andai molto bene nelle prove, con il 5 tempo, ed ero terzo prima di spinnare nuovamente e restare fuori gara. Mi sembrava una monoposto costruita bene, che metteva in difficoltà il pilota, più della formula Ford, formativa e più livellata della F. F. Abarth, quindi più utile a far emergere il talento.
Grazie per l’opportunità di far riaffiorare e condividere i bei ricordi.
Carlo de Nitto Personè